Uomo sano in ambiente sano.

 
Nonostante il taglio divulgativo, tutte le informazioni riportate sono documentate da rigorose fonti scientifiche, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità sta dedicando un'attenzione crescente all'impatto delle alterazioni ambientali sulla salute umana.
  Lo sviluppo futuro delle discipline eco-compatibili ed in particolare l'edilizia ecobiologica, pongono come metro per misurare la qualità delle sostanze le leggi della vita, che diventano parametro discriminante per il grado di nocività dei materiali. Si tratta di considerare l'interezza degli elementi (fisici, vitali, psichico e spirituale) che compongono l'uomo e il mondo. uesta pubblicazione vuole quindi essere un contributo costruttivo per la divulgazione di un modo del vivere quotidiano più umano e naturale. In questi ultimi anni le alterazioni ambientali sono state chiamate in causa per spiegare almeno in parte, la diffusione di alcune patologie di tipo neoplastico o a carico di organi e funzioni che si possono osservare soprattutto nelle popolazioni dei paesi maggiormente industrializzati. Tutte le attività hanno un costo ambientale, ma sono stati alcune scelte politiche e produttive ad accelerare ed amplificare i processi di alterazione che oggi interessano l'aria, l'acqua, gli alimenti, le abitazioni ed i luoghi di lavoro. La conoscenza di tutte queste alterazioni è molto importante per poter correggere comportamenti individuali in grado di contribuire all'inquinamento ambientale, e abituarsi a comportamenti preventivi per la nostra salute

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A - INQUINAMENTO ATMOSFERICO:
A1- Effetto serra:

Quando la materia organica viene bruciata si liberano quantitativi variabili di gas di combustione tra cui sono sempre presenti il monossido ed il diossido di carbonio (CO e CO2). Questi gas sono prodotti naturali, con l'avvento dell'era industriale, le attività umane hanno cresciuto notevolmente i quantitativi complessivi di ossidi di carbonio liberati in ambiente, e progressivamente, le quantità immesse hanno iniziato ad eccedere quelle rimosse dai meccanismi di assorbimento presenti in natura, rappresentati prevalentemente da foreste ed oceani. L'eccedenza prodotta si è andata via via accumulando negli strati medi dell'atmosfera dove la concentrazione relativa di questi gas è progressivamente cresciuta. Con l'aggravarsi di questo fenomeno, la parte dell'irradiamento solare che una volta colpita la superficie terrestre viene riflessa verso l'alto, rimane intrappolata negli strati medi. Questo stesso principio viene usato in agricoltura per la coltivazioni che necessitano di temperature miti e che vengono quindi messe in serra. Da qui l'utilizzo del nome "effetto serra" attribuito al fenomeno di riscaldamento della temperatura sulla terra. Il potere di trattenere il calore irradiante della superficie terrestre varia secondo il composto; I processi di combustione non sono le sole cause del rilascio di gas ad effetto serra, ma più in generale vanno considerate attività umane quali la deforestazione, le attività agricole, l'uso di aerosol. Il caso del metano è emblematico di come fenomeni diversi possano contribuire all'incremento dell'effetto serra, Il suo rilascio avviene, infatti, non solo per l'utilizzo di alcuni combustibili fossili, ma anche attraverso i processi di fermentazione che avvengono nelle paludi e nelle risaie o nell'intestino degli animali da allevamento. Si pensi che ogni capo bovino emette ogni giorno 200 grammi di metano e che nel mondo ne esistono circa un miliardo e mezzo di capi. Proprio per far fronte a una richiesta sempre crescente di carne si distruggono ampie estensioni di foreste che vengono destinate all'allevamento. Così facendo si ottiene un effetto additivo in quanto da una parte si distruggono ecosistemi coinvolti nel processo di assorbimento di gas serra e dall'altra si stabiliscono i presupposti perché la loro concentrazione aumenti. Nella tabella sono riportate le caratteristiche di rilascio e le responsabilità, dei singoli gas serra. Quali sono le possibili conseguenze ambientali dell'effetto serra? L'intrappolamento dell'energia radiante porta inevitabilmente ad un aumento della temperatura sulla superficie terrestre. L'entità del fenomeno è difficilmente calcolabile e può variare significativamente su scala regionale, scienziati di tutto il mondo hanno previsto: Aumenti delle temperature variabili da 0,9° a 5° C entro il 2100, si ipotizza che ciò possa portare allo Scioglimento di parte delle calotte polare che potrebbero portare ad un innalzamento medio dei livelli dei mari di circa 50 cm. entro il prossimo secolo. Le alterazioni delle dinamiche delle gradi masse può ripercuotersi sul clima determinando un Inasprimento dei fenomeni meteoclimatici. Periodi di siccità seguiti da forti inondazioni ed altrettante fluttuazioni delle temperature che possono subire sbalzi notevoli in tempi ristretti. Aree con clima semiarido possono essere ulteriormente interessate da fenomeni di scarsità dell'approvvigionamento idrico e ulteriore riduzione nelle produzioni agricole. Più in generale, l'innalzamento delle temperature medie si tradurrà in distruzione di habitat ed ecosistemi particolari, come già sta accadendo per le barriere coralline, e in una diminuzione della biodiversità. Oltre ai pericoli sanitari che possono derivare dai danni fisici riportati delle popolazioni interessate dai fenomeni meteoclimatici estremi quali inondazioni, trombe d'aria e uragani, ci si possono attendere anche patologie legati agli estremi termici che potrebbero interessare soprattutto bambini, anziani e malati, c è la possibilità che la aumento della temperatura media possa favorire l'estensione dell'area di malattie oggi distribuite prevalentemente nelle aree tropicali o subtropicali, malaria, schistosomiasi, filaria, oncocerchiasi, tripanosomiasi, febbre gialla e una recrudescenza nei casi di colera. - Fenomeni così complessi come quello del riscaldamento globale non possono essere gestiti dai singoli ma debbono necessariamente essere affrontati a livello globale. Il ruolo del singolo deve essere rivolto a un comportamento più consapevole che limite le attività responsabili del rilascio del gas serra, dall'uso delle autovetture a quello dei sistemi di riscaldamento. Bisogna intervenire su quei comportamenti individuali che favoriscono l'immissione di alcuni inquinanti,

A2- Assottigliamento dell'ozonosfera
Oltre al "effetto serra", l'assottigliamento dello strato di ozono stratosferico in corrispondenza die poli rappresenta l'altro fenomeno di cambiamento dei grandi sistemi. La presenza dello strato di ozono attorno alla superficie terrestre ha garantito un effetto filtrante per i raggi solari a determinate radiazioni riconosciute dannose per le forme vivente sul nostro pianeta. I responsabili di questo sono i CFC (clorofluorocarburi), composti organici a base di cloro e di fluoro in grado di innescare una reazione chimica a catena che mangia lo strato di ozono; Si stima che un solo atomo di cloro sia in grado di distruggere oltre 100.000 molecole di ozono; anche altri composti, quali bromuro di metile, impiegato in agricoltura, gli HCFC (sostituti dei CFC)e gli alon sono in grado di aggredire la molecole di ozono stratosferico. Dopo la prima scoperta del buco di ozono in Antartide, il fenomeno è presente e misurabile anche alle alte latitudini dell'emisfero boreale, sembrerebbe addirittura che il fenomeno sia in crescita maggiore proprio al polo Nord e che ciò possa rappresentare un pericolo dal momento che sono interessate aree densamente popolate dei Paesi scandinavi. Quanto il fenomeno possa estendersi anche a latitudini inferiori è difficile da predire perché ancora non si conoscono a fondo le dinamiche di allargamento del "buco" .In particolare è difficile stabilire se le misure di limitazione del rilascio dei gas mangia-ozono adottate a livello internazionale saranno sufficiente ad invertire il fenomeno tuttora in espansione e quando questo accadrà. Si ipotizza che il primo immediato effetto del buco dell'ozono sia una maggior incidenza delle mutazioni degli organismi viventi nelle maggiormente esposte. Le forme di vita più semplici, quali batteri, virus, organismi planctonici che vivono nei mari saranno maggiormente esposti ai fenomeni di mutazione indotti dal passaggio dei raggi. Cambiamenti nei primi livelli della catena alimentare marina avranno inevitabile ripercussioni anche sugli organismi superiori con effetti oggi difficilmente calcolabili. La maggiore esposizione umana ai raggi solari potrebbe favorire l'incremento di alcune forme patologiche quali cataratte e tumori epidermici. Le autorità sanitarie dei Paesi maggiormente esposti, hanno già emanato delle raccomandazioni per educare la popolazione a ridurre il rischio evitando un'esposizione diretta ai raggi solari.

A3 - Inquinamento dei Centri Urbani
Molte attività umane contribuisco in maniera significativa al rilascio di inquinanti in atmosfera; il traffico veicolare, i sistemi di riscaldamento, la centrali elettriche,. Gli impianti di attività artigianali ed industriali, attività agricole, impianti di smaltimento dei rifiuti etc. Il diverso peso delle attività nel deterioramento della qualità dell'aria dipende da diversi fattori quali il posizionamento del centro urbano rispetto ai venti dominanti, le caratteristiche geografiche dell'area, il diverso rapporto nelle quantità di inquinanti prodotti e rilasciati, stagione etc. Ciò che è evidente è che tutte le attività in grado di immettere degli inquinanti allo stato gassoso nell'atmosfera contribuiscono ad alterare le caratteristiche dell'aria respirabile. Inquinati urbani più diffusi: - nel traffico veicolare, gli inquinanti di maggior rilievo sono gli ossidi del carbonio (mono e diossido), quelli dell'azoto (NOx) ed il piombo e le benzene. Nel caso dei veicoli a diesel. Il rilascio di particolato solido (PMx) è rilevante; Quando si è cercato di ridurre le emissioni di piombo dovute alla "super", sono state introdotte sul mercato le cosi dette "benzine verdi", in cui il potere antidetonante del piombo tetraetile è stato vicariato dal benzene, un idrocarburo aromatico la cui concentrazione è stata, all'inizio più che raddoppiata rispetto al carburante tradizionale; Per abbattere in modo significativo l'emissione del benzene in atmosfera, si è poi reso necessario utilizzare le marmitte catalitiche, per quanto queste abbiano il problema di andare a regime solo dopo 20 - 30 minuti dall' accensione del motore e nessuno li controlli né l'efficienza né l'uso (circa il 50% di chi sostituisce la marmitta catalitica non prende più il catalizzatore, per risparmiare); Altre sorgente di emissione sono le perdite per evaporazione durante la lavorazione, lo stoccaggio e le distribuzione dei prodotti petroliferi, le attività industriali, il fumo di sigaretta ma,soprattutto, gli scarichi degli autoveicoli. - mentre le centrali di produzione di energia e gli impianti di riscaldamento sono tra le principali fonti di rilascio degli ossidi di zolfo (SOx). Accanto a questi ne figurano dei altri quali diossine, furani, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), composti aromatici volatici (VOC). - l'ozono troposferico, con questo nome si distingue l'ozono che ristagna nelle parte basse dell'atmosfera che comprende l'aria respirabile che, a differenza dell'ozono stratosferico, crea problemi quando si concentra al di sopra di una certa soglia; questo non è immesso direttamente degli scarichi ma si forma quando gli altri inquinanti (COx, SOx, NOx) si accumulano in presenza di basse pressioni atmosferiche e di buona incidenza solare. Queste condizioni favoriscono la fotoossidazione degli inquinanti, un processo di degradazione che porta i singoli atomi di ossigeno a staccarsi e ricongiungere con molecole omologhe per formare ozono, un gas velenoso. Gli inquinanti rilasciati in atmosfera possono penetrare nell'organismo umano direttamente attraverso la traspirazione epidermica e l'inalazione o indirettamente attraverso il consumo di acque e cibi contaminati. Composti come le diossine ed i metalli pesanti, vengono assunti prevalentemente attraverso l'alimentazione. I VOC,possono essere assunti direttamente se si vive in prossimità di lavanderie, distributori di benzine carrozzerie e ovunque si faccia uso di solventi. Conseguenze sanitarie dell'accumulo di inquinanti atmosferici nei centri urbani. Recenti ricerche hanno dimostrato che in alcuni soggetti, in particolari i bambini, in maniera crescente si evidenziano alcune patologie a carico dell'apparato respiratorio quali asma bronchiale, rinite, broncocostrizione, riduzione della funzione polmonare. La esposizione a benzene ed IPA rilasciati dai veicoli a motore ha una correlazione nell'incremento di alcune forme di leucemie infantili. Per i bambini tra 0 ed 14 anni, ogni aumento di 20 mg. Di NO2 corrisponde un incremento tra il 7 ed 10% nei ricoveri per patologie respiratorie e cardiovascolari; L'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) indica il benzene come responsabile dell'eccesso di queste forme tumorali, con un rischio stimato attorno a quattro casi su un milione di abitanti tra coloro che vivono tutta la vita esposti ad una concentrazione di 1ug/m3; Da studi realizzati, presso l'Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori a Milano, ha condotto agli stessi risultati di due indagine analoghe, compiuti negli Stati Uniti e nei Paesi Scandinavi; Ossia la probabilità di ammalarsi di leucemia quasi raddoppia per i bambini che vivono accanto a strade molto trafficate; Il benzene, infatti è riconosciuto come agente cancerogeno di media pericolosità per l'uomo e l'Agenzia Americana per la Protezione dell'Ambiente suggerisce di ridurre, nei ambienti di lavoro, il limite di esposizione a meno di 0,5 parti per milione, mentre attualmente tale limite è di 1 ppm (nei anni sono aumentate le segnalazioni di effetti mutageni di questa molecola: pare, addirittura, che causi alterazioni a livello cromosomico più evidenti delle radiazioni) Le conseguenze ambientali: Il rilascio di gas derivante della circolazione dei veicoli e della produzione di energia elettrica, sono responsabili oltre che al contributo per l'effetto serra al fenomeno delle piogge acide. Ciò sta portando alla scomparsa di vaste aree boschive perché gli alberi vengono bruciati dal basso pH dell'acqua piovana. Poiché la cancerogenicità del benzene è diventata un problema di salute pubblica, anche per l'alto numero di vetture circolanti in Italia, qualcosa per ridurre il rischio è stato fatto, negli ultimi anni. La Legge n° 413 del 1998, ha fissato il tenore del benzene in tutte le benzine all'1% in volume. I danni causati dall'inquinamento atmosferico urbano possono essere prevenuti attraverso una corretta informazione pubblica e i seguenti modi di comportamento: - La soluzione risiede nella radicale trasformazione del sistema dei trasporti urbani: chiusura al traffico privato e attivazione di mezzi pubblici a trazione elettrica, quali tram, filobus e metropolitane;Creare strade ciclabili, estendere le aree pedonali ed incentivare il trasporto collettivo. - L'utilizzo combinato di benzina verde e marmitte catalitiche abbatte l'impatto dei gas di scarico di un buon 60% in città, e fino al 90% fuori città. Certo rinunciando all'auto per i mezzi pubici o la bicicletta, il vantaggio è maggiore; - Sconsigliare l'attività fisica all'aperto, per adulti e bambini , nelle zone trafficate; - Sconsigliare la permanenza all'aperto nei momenti di punta specialmente quando le condizioni meteoclimatiche sono favorevoli all'accumulo di ozono troposferico; - Evitare la frequentazione delle zone trafficate con bambini piccoli; - Nelle ore di maggiore traffico, scegliere sempre percorsi a minor intensità di smog, come parchi, giardini, se ci si muove a piedi o in bicicletta - In zone con molto traffico evitare di portare bambini in passeggini bassi e a piedi; - Se è possibile, scegliere abitazioni a scuole in aree meno trafficate; - Spegnere il motore e chiudere i finestrini in caso di ingorgo o blocco della circolazione stradale; - Tenendo conto che la azione dannosa dei inquinanti atmosferici risulta potenziata dall'esposizione al fumo di tabacco, attivo o passivo, e ai prodotti della combustione del caminetto o dei fuochi di cucina: ventilare la propria casa, soprattutto nelle ore notturne, quando l'inquinamento urbano è trascurabile.

B - INQUINAMENTO INDOOR 
La qualità ambientale di abitazioni, scuole, uffici ed in genere spazi chiusi sia spesso scarsa ed esistono diverse fonti di contaminazioni. Questa sezione prenderà in esame diversi aspetti come la qualità dell'aria, le fonte di contaminazione elettromagnetica, i materiali da costruzione e la suppellettili, i prodotti per l'igiene della casa e pratiche di uso quotidiano.

B 1- L'aria degli ambienti chiusi Fonti di contaminazione:
E' stato stimato che il biossido di zolfo (SO2) negli ambienti chiusi rappresenta circa il 20% della concentrazione esterna, l'ozono tra il 30 ed il 60% mentre il particolato solido di piccole dimensioni arriva fino all'80%; questo per edifici posti in zone interessate da inquinamento atmosferico. Una delle cause di alterazione dell'aria interna è data dal fumo di sigarette. Alcuni prodotti per la casa e parte di mobilio possono rilasciare composti volatili eventualmente presenti nella formulazione o aggiunti in trattamenti successivi. Alcuni inquinanti possono essere portati in casa attraverso gli indumenti da lavoro sporchi o anche da quelli puliti a seco. Inquinanti dell'aria dei luoghi chiusi: Ecco un'altra apparente anomalia, la concentrazione domestica di benzene s'avvicina a quella urbana, se non superiore, si pensa che ciò dipenda da un squilibrio tra il benzene che proviene dall'esterno e la sua difficoltà di rimozione dall'interno; Alcuni materiali da costruzione, come moquette, linoleum, pvc o legno, potrebbe funzionare da spugna e rilasciare nell'ambiente l'idrocarburo, tant'è che nelle città del Sud, dove si usano più piastrelle, marmi o si lasciano le pareti nude l'inquinamento indoor scende. Accanto ai classici inquinanti che si ritrovano comunemente nell'aria dei centri urbani e che possono penetrare nei luoghi chiusi ve ne sono altri cui contribuiscono in maniera più specifica altre fonti di contaminazione. Il fumo di sigarette porta con sé, particolato, metalli pesanti, ossidi di carbonio, zolfo e azoto, IPA, benzene e altri composti aromatici. Piombo e cadmio possono contaminare la polvere in ambienti dove vengono utilizzate delle veneziane in PVC (una delle plastiche più comuni) cui questi metalli siano aggiunti come stabilizzanti. La formaldeide può essere rilasciata da mobili laminati e panelli di rivestimento, oltre che dai detergenti, mentre i composti organici volatili (VOC) possono derivare da detergenti, solventi casalinghi, vernici e isolanti. Il percloroetilene, uno dei solvente maggiormente usati nel lavaggio a seco, può penetrare nelle abitazioni veicolato dagli indumenti trattati. I solventi cui siamo più esposti nei luoghi chiusi sono quelli di uso domestici anche se abitazioni poste nelle vicinanze di carrozzerie e lavanderie potrebbero risultare contaminate da solventi industriali. L'utilizzo di pavimentazioni e rivestimenti murari plastici può portare il rilascio dei composti utilizzati come plastificanti. Cemento - amianto ed eternit, usati come coibenti, sui tetti e nei vani caldaia. A questi contaminanti di origine umana vanno aggiunti altri fattori alterati quali gli acari della polvere e i pollini. L'esposizione al fumo passivo contribuisce a rilasciare nell'aria composti cancerogeni, a patologie a carico dell'apparato respiratorio, a reazioni allergiche o infezioni delle vie aeree superiore. I solventi organici e la formaldeide, le risposte fisiologiche dipendono dall'entità dell'esposizione, generalmente questi inquinanti sono contenute entro livelli cui si possono manifestare risposte di tipo allergico, irritazioni agli occhi e alle vie respiratorie superiori. Ma forme reattive più gravi potrebbero intervenire in caso di esposizioni prolungate o in soggetti particolarmente sensibili. Cosa possiamo fare - Fare una corretta ventilazione degli ambienti chiusi avendo l'accortezza di farlo durante le ore di minor concentrazione degli inquinanti atmosferici esterni; - Educare di far uso del lavaggio a seco solo in caso di reale necessità, favorire l'utilizzo di forme di lavaggio che non facciano uso di solventi clorurati; - Chiedere l'ispezione delle ASL per verificare le concentrazioni di percloroetilene nelle abitazioni, in caso queste sia nelle vicinanze di lavanderie e carrozzerie; - Nel caso di acquisti di mobilia nuova laminata, fare una profonda ventilazione dell'abitazione prima di soggiornarvi; - Installazione di deumidificatori per le abitazioni umide. La abbattimento dell'umidità, oltre a creare delle condizioni di salubrità dei luoghi chiusi migliori, contribuisce assieme alla corretta ventilazione, ad abbattere il carico di acari della polvere; - Fare un contenimento del riscaldamento delle abitazioni.

C - RADIAZIONI IONIZZANTI
In natura esistono degli elementi che sono detti radioattivi, che rilasciano energia in forma di elettroni o di particelle in grado di attraversare i corpi solidi. Quando l'energia è sufficiente ad attivare la ionizzazione degli atomi e delle molecole attraversate, la radiazione si definisce ionizzante. Fonte di contaminazione: Molti degli elementi radioattivi sono presente nella crosta terrestre, radiazione variabili in funzione della composizione chimica della roccia. Elementi radioattivi provengono anche dalla polvere cosmica ma in misura notevolmente inferiore. Tra i radionuclidi di origine terrestre, vanno menzionati quelli che possiedono un tempo di dimezzamento dell'attività radioattiva molto lunga, come il potassio e il piombo. Il radionuclide che incide per oltre il 50% del totale delle radiazioni di una persona media è il radon 222 (222Rn), un gas che origina dal decadimento dell'uranio 238 (238U) Vedere tab. 1 pag.21 L'esposizione al radon può avvenire tanto all'esterno che in ambienti chiusi sia per la sua presenza nel sottosuolo di vaste aree abitate, sia portato all'interno dai materiali da costruzione che possono contenerlo. La via preferenziale di assunzione è attraverso l'inalazione. Accanto alle fonti di origine naturale esistono molte sorgenti di origine umana per uso di materiale radioattivo per la produzione di energia, per scopi terapeutici, diagnostici e militare. Per il 222Rn,da indagini condotte è emersa una diversità geografica della rilevanza del fenomeno con le individuazione delle aree come alto Lazio, parte della Campania, L'Umbria e la Lombardia dove il livello di esposizione è più alto. Nel caso di esposizione in luoghi chiusi, come le abitazioni, è stata rilevata l'importanza della natura dei materiali da costruzione impiegati. I risultati di una recente indagine estesa su un campione di 5.000 abitazioni mostrano un livello di radon interno in Italia superiore a quello mondiale. I nodi di Hartmann o nodi di Curry Nella crosta terrestre è stata riscontrata la presenza di punti nei quali è presente una densità di particelle ionizzanti superiore alla norma e ciò senza la presenza di fonti radioattive specifiche. Analizzando tale presenza negli anni dal 50 al 60 il Prof. Ernest Hartmann (Università di Haidelberg) ha scoperto la esistenza di due fasci perpendicolari di bande energetiche (da Nord a Sud e da Est a Ovest) che sembrano partano dal sottosuolo e si perdano al limite della biosfera. Nello stesso periodo il Dott. Curry scoprì un altro reticolo energetico disposto trasversalmente per cui nel punto d' incontro dei fasci c'è un aumento notevole d'energia; Questi punti sono stati chiamati "Nodi di Hartmann" o "Nodi di Curry". Una rete avvolge tutto il pianeta, da nord a sud, da est a ovest; i fili di questa rete (cioè i raggi magnetici) sono larghi 20 cm e compongono maglie regolari a forma di rettangoli, i cui lati misurano 2 metri per 2 metri e mezzo. I punti di incrocio di queste maglie, detti nodi, possono risultare dannosi se sotto di loro scorre acqua sotterranea, sorgenti o vi è un'anomalia geologica (terreno argilloso a contatto con roccia di origine vulcanica o un filone metallifero, faglie, giacimenti, ripiene). I rettangoli della rete attraversano le nostre case, nel mezzo c'è la zona neutra, non nociva, mentre gli incroci,dove c'è l'aumento di energia i nodi, possono essere dannosi indicati come "punti patogeni" e in effetti le persone che per lungo tempo soggiornano su questi punti sono preda di un stato di malessere ancora no patologico, ma tutta via disfunzionale, che è stato definito "stress geopatico". Ma particolare attenzione va prestata all'acqua sotterranea e le geopatologie La acqua sotterranea, così importante per la sopravvivenza ma anche così potenzialmente pericolosa a causa delle radiazione emesse attraverso il suo fluire; Uno dei più antichi editti cinesi si riferisce all'obbligo di analizzare i terreni da edificare e proibisce la costruzioni sopra le corrente energetiche dovute ai corsi d'acqua sotterranei o ed altre anomalie geologiche chiamate "vene del drago". In Occidente , fino a non molti anni or sono, ogni edificazione dalle stalle alle ville, necessitavano di un pozzo d'acqua potabile che doveva essere scavato a mano con grande investimento di tempo ed energia, richiedeva la consultazione di un rabdomante (dal greco rabdos = bacchetta e mantis = indovino) per individuare il punto in cui l'acqua non si sarebbe prosciugata ne anche in caso di siccità. Ancora oggi i vecchi contadini si fidano più di un esperto cercatore d'acqua che degli strumenti tecnologici sofisticati. Il rabdomante, oltre ad indicare il punto giusto in cui scavare il pozzo, segnava anche il percorso dei corsi d'acqua sotterranei ed i costruttori ne tenevano conto per evitarvi la corrispondenza con case e stalle. Le forze telluriche si comportano in modo tale da essere nocive o utili a seconda della situazione a dei soggetti ricettori, così mentre il campo magnetico naturale è essenziale alla vita, la radiazione prodotta o deformata dallo scorrere dell'acqua, pur favorevole ad alcune specie, risulta aggressiva per altre. La geobiologia costituisce oggi un strumento di prevenzione e consente di disporre le piante degli edifici in modo tale che le radiazioni negative non coinvolgano gli abitanti. La sintomatologia descritta rimanda a casi di insonnia, emicrania, allergia, vomito mattutino, aritmie e tachicardie, deperimento organico, esaurimento nervoso. I sintomi risultano scomparsi allo spostare il luogo di giacitura o sosta abituale: divano, letto o posto di lavoro. La permanenza produrrebbe invece patologie anche gravi quali la leucemia ed il cancro. Un sistema per rintracciare eventuali percorsi idrici al di sotto delle murature, è quello di individuare crepe lineari che salgono di piano in piano seguendo la verticale e favorendo l'insorgere di muffe difficilmente estirpabili. Alla presenza d'incroci si hanno fessurazioni sulle piastrellature che seguono l'andamento del percorso idrico. Tali segni ad un occhio esperto sono facilmente distinguibili da quelli dovuti ad un assestamento statico. Secondo Hartmann, e anche altri numerosi studiosi, i danni principali causati dalla permanenza prolungata in queste zone, sono: debolezza fisica, disturbi che interessano il cuore, i reni, la circolazione sanguinea, la respirazione, lo stomaco, e anche grave sofferenze croniche. Quale sono i rischi per la salute Secondo l'entità dell'esposizione e la qualità della radiazione, gli effetti fisiologici possono variare dalla morte cellulare e conseguente disfunzione di interi organi, o alterazione del DNA e successivo sviluppo di neoplasie. Per quanto riguarda il radon, l'attività prevalente di esposizione riguarda le vie aeree ed i polmoni dove la sua attività può favorire l'insorgenza di forme neoplastiche. Cosa possiamo fare per ridurre i rischi - E di buona norma il ricambio d'aria degli ambienti chiusi più volte al giorno;

- Non fare diagnosi radiografiche se non strettamente necessarie;
- Evitare la prescrizione di radiografie ravvicinate nel tempo;
- Incentivare a chiedere misurazioni del radon (Rn) presente nelle abitazioni soprattutto nelle regioni a maggiore concentrazione naturale del gas;
- Chiedere la misurazione preventiva del Rn nei materiali da costruzione;
- In caso di ambienti chiusi con concentrazioni rilevabili di gas incentivare il ricambio d'aria e l'attuazione di migliorie d'isolamento degli ambienti al fine di
  ridurre l'entità dell'esposizione.

D - RADIAZIONI NON IONIZZANTI
Con questo termine ci si riferisce ai campi elettromagnetici che emettono energia non sufficiente ad attivare i meccanismi di ionizzazione di atomi e molecole. Gli esseri viventi subiscono quotidianamente gli effetti della presenza di campi magnetici che esistono sulla terra e che per la maggior parte sono provocati dal trasporto ed utilizzazione dell'energia elettrica. Questi campi sono di diverse intensità e vengono classificati secondo dei criteri che indicano il tipo di radiazione emessa in: campi elettromagnetici statici, quelle a bassa frequenza, campi elettromagnetici a radiofrequenze e microonde e radiazioni ottiche. In condizioni normali le dosi di radiazioni che l'individuo assorbe sono molto basse, non dannose, e non alterano certamente quel equilibrio che genericamente è chiamato "stato di buona salute" La frequenza di campi magnetici ed elettrici a cui è esposta la maggior parte della popolazione è quella di 50 Hz, detta, frequenza industriale, è quella maggiormente utilizzata nella produzione, trasporto ed utilizzo di energia elettrica. Con l'uso di telefoni portatili e cellulari si è registrato un incremento nell'esposizione ai campi ad alta frequenza ad essi collegati. L'INQUINAMENTO MAGNETICO: Il forte incremento dei campi elettromagnetici (CEM) provoca una serie di malesseri il più delle volte vaghi, di difficile diagnosi differenziale, in quanto non corrispondono immediatamente ad un danno anatomico e la teoria più valida è oggi quella di ritenere che il CEM acquisito ed alterato sia responsabile di varie patologie.

Fonti di emissione di radiazioni non ionizzanti:

Fonti di origine naturale:
Campo statico. I fenomeni di scariche elettriche determinate dai fulmini caricano di elettricità l'atmosfera compresa tra la superficie terrestre e lo stato superiore ai 4° Km. In altitudine. Il campo che ne deriva varia d'intensità con l'altezza dal suolo e con le condizioni atmosferiche risultando maggiore in condizioni di cielo coperto. Oltre a questo campo statico, radiazioni cosmiche, solari e la polarità terrestre sono tutti fattori che generano campi magnetici naturali. Le dosi assorbite dal corpo umano sono molto basse, non dannose.

Fonti di origine umana:
Nello spettro delle basse frequenze, ci sono gli elettrodotti, creano campi elettrici di intensità variabili a seconda delle tensioni in Italia varino delle 132.000 alle 380.000 volts. L'intensità dei campi elettromagnetici generati dai elettrodotti dipende dalla altezza dei cavi da terra, dalla distanza dei piloni di metallo di sostegno della linea e da quella del punto di misurazione rispetto alla linea centrale dell'elettrodotto. Per quanto riguardo i campi da radiofrequenze e microonde, le fonti di origine naturali sono trascurabili. Mentre si stima, che dai anni '50 ad oggi i campi al suolo delle alte frequenze comprese tra 100 kHz ed i 300 GHz siano aumentati fino ad un miliardo di volte come conseguenza dello sviluppo delle telecomunicazioni. Oltre ai ripetitori di diffusione radio e televisiva, è crescente il problema delle installazioni per la telefonia cellulare e l'uso stesso dei apparecchi, così come sono in aumento dispositivi basati su microonde. Questi campi magnetici associati a prodotti entrati a far parte del quotidiano, quali i manufatti metallici o di sintesi chimica, i derivati degli idrocarburi etc. producono ioni positivi che neutralizzano gli ioni negativi (che sono benefici). Quali sono le fonti di esposizione dell'uomo alle radiazioni non ionizzanti. L'esposizione dell'uomo può essere dovuta tanto all vicinanza con fonti esterne quanto a diffuse fonti in luoghi chiusi. Per quello che riguarda le basse frequenze, tanto le prese elettriche che l'uso di elettrodomestici rappresentano fonti importanti di esposizione dell'uomo. Per le alte frequenze, gli schermi televisivi e del computer e l'uso di forni a microonde e di telefoni cellulari e portatile rappresentano importanti fonti di esposizione. Il sonno può essere disturbato da molti fattori diversi, "sia di natura tellurica, dovuti ad anomalie del campo magnetico terrestre, come la presenza di falde acquifere sotterranee, faglie, nodi di Hartmann o di Curry eccetera, sia di natura artificiale, a causa di apparecchiature o impianti elettrici presenti in una stanza, come TV, computer, stereo, radiosveglie, trasformatore di cordless o cellulari, che inducono campi elettrici e magnetici alternati". Questi campi magnetici associati a prodotti a entrati a far parte del quotidiano, quali i manufatti metallici o di sintesi chimica, i derivati degli idrocarburi etc. producono ioni positivi che neutralizzano gli ioni negativi che sono benefici. E' stato riconosciuto (Istituto Svizzero di Meteorologia Gian Gensler - 1974) che l'uomo subisce gli effetti dell'aumento degli Ioni Positivi

Conseguenze sanitarie indotte dall'inquinamento elettromagnetico
Affermare che emicrania, senso di stordimento, nausea, astenia, modifiche di elettroliti ematici, disturbi circolatori con variazione di pressione, tendenza a emboli, stato irritativi, ansia e depressione, abulia e mancanza di affezione alla vita, siano esclusivamente causati da alterazioni del campo elettromagnetico, ma certamente questo può essere considerato una notevole concausa. E' stato riconosciuto (Istituto Svizzero di Meteorologia Gian Gensler - 1974) che l'uomo subisce gli effetti dell'aumento degli Ioni Positivi. Le autorità sanitarie di tutto il mondo sembrano concordare che in effetti esposizioni a campi superiori ai 0,2 mT (pari a 0,2 milionesimi di Tesla, unità di misura dei campi elettromagnetici) posso generare un aumento del rischio di sviluppo di leucemie infantili, alcuni studi hanno messo in relazione l'insorgenza di forme neoplastiche infantili a carico del sistema nervoso centrale e l' esposizione ai campi elettromagnetici. Campi di entità pari o superiori a livelli di guardia si possono ritrovare in prossimità tanto delle prese elettriche che durante l'utilizzo dei comuni elettrodomestici di uso quotidiano, ma l'intensità del campo decresce rapidamente in funzione delle distanza dal punto di emissione. In alcuni casi l'uso del dispositivo, come coperte elettriche, asciugacapelli o rasoi può esporre a campi di una certa entità. Le informazioni relative alle potenziali ripercussioni sanitarie nell'uso di telefonini cellulari. Un aspetto particolare è dato dalla vicinanza tra la fonte e parti del corpo sensibili (orecchio, cervello e occhi) che durante l'uso del telefono cellulare possono essere soggetti a riscaldamenti della temperatura, soprattutto in conversazioni prolungate. I possibili danni fisiologici comprendono l'insonnia, l'emicrania, i disturbi cardiaci, l'irritabilità, sindromi depressive fino a disturbi ormonali. Cosa possiamo fare per ridurre i rischi delle esposizioni alle radiazioni non ionizzanti.

- Ridurre i tempi di esposizione attraverso semplici accorgimenti;
In soggiorno: non tenere in funzione più apparecchi elettrici contemporaneamente, soprattutto se l'ambiente confina con la zona notte; limitare il numero di lampade alogene ed elementi d'arredo metallici; sistemare l'impianto hi-fi lontano dalla Tv ed entrambi a una distanza minima dal luogo da ascolto di 3 metri; tenere lontano i bambini dallo schermo della televisione e del computer; allontanamento di divani e tavoli da pranzo da fonti quali forni a microonde, frigoriferi, televisori, computer. In camera da letto: Per migliorare le mostre difese immunitarie, e di particolare importanza curare il riposo e far in modo che la camera da letto sia un spazio sano, affinché durante la notte possa avvenire una buona rigenerazione del corpo a della mente. evitare di sistemare televisione, computer e ventilatori a pale; predisporre le tracce dell'impianto elettrico a 40-50 cm dal testata del letto; preferire letti senza parti metalliche e non disporli di fronte a elettrodomestici sempre in funzione come frigorifero; non tenere sul comodino la radiosveglia; scegliere tessuti in seta, contro influenze elettrostatiche ed elettromagnetiche.

- Cosa fare in casa:
Progettare l'impianto elettrico in base alla cosiddetta "distribuzione stellare": dal quadro elettrico principale partono singoli circuiti indipendenti verso ogni locale, cosi si può mettere sotto tensione il solo circuito collegato al locale dove si soggiorna, senza subire gli effetti dell'intero impianto sotto tensione; Integrare nell'impianto elettrico un disgiuntore di corrente, al momento dell'utilizzo, la tensione reimmessa sulla linea, installarlo nella zona notte e in ambiente dove si soggiorna a lungo; utilizzare cavi schermati, isolati da speciali fogli alluminati e in rame stagnato per attutire l'intensità dei campi elettrici e magnetici; verificare che l'abitazione non sia vicino a elettrodotti, antenne potenti, come i ripetitori televisivi, e in genere a linee ad alta tensione che moltiplicano i campi elettromagnetici; limitare l'uso dei telefoni cellulare e senza filo, solo per brevi conversazioni; usare i microfoni esterni per i telefoni cellulari al fine di allontanare la fonte di esposizione (antenna); non usare i telefoni cellulare nelle automobili e, quando strettamente necessario, farlo con i finestrini aperti.

E - INQUINAMENTO ALIMENTARE
La presenza de elementi inquinanti nelle acque e negli alimenti è difficilmente rilevabili in assenza di test analitici. Le cause di contaminazione possono essere diverse e derivare dall'inquinamento dell'ambiente di provenienza o risultare dai processi di trattamento successivi. Sia le acque che gli alimenti possono presentare cariche inquinanti di tipo microbiologico, chimico e radioattivo
E1- Inquinamento idrico
Fonti di contaminazione delle acque alimentari
Le acque per uso alimentare possono provenire tanto da corsi superficiali che da fonti sotterranee ed entrambi i casi sono soggette ad essere contaminate da composti inquinanti rilasciati direttamente o indirettamente nei corpi idrici. Le acque superficiali possono ricevere composti chimici inquinanti direttamente attraverso gli scarichi fognari urbani ed industriali o indirettamente attraverso ricaduta di composti immessi in atmosfera. Le falde sotterranee possono essere interessate da infiltrazioni dei composti riversati in superficie da attività agricole, artigianali o industriali, in forma da percolati da discariche o a seguito del rilascio di inquinanti da condotte fognarie. Acqua per uso alimentare può risultare contaminata anche dai trattamenti di potabilizzazione effettuati prima dell'immissione nelle rete idrica di centri urbani. Gli inquinanti più diffusi nelle acque potabili sono: - gli scarichi di reflui domestici non trattati possono indurre un inquinamento di tipo microbiologico quali coliformi, streptococchi, enterococchi, vibrioni e virus; - le attività agricole sono le maggiori responsabili dell'apporto di sostanze inorganiche nutrienti (fosforo, azoto, e potassio attraverso i concimi chimici) e di biocidi organici quali erbicidi, insetticidi ed acaricidi; - tra i biocidi chimici usati in agricoltura, i composti organici a base di alogeni, prevalentemente cloro, o di fosforo sono quelli con caratteristiche di tossicità più elevata; - esaclorobenzene (HCB) e policlorobifenili (PCB), prodotti utilizzati nel passato come biocidi ma che si formano ancora oggi per reazioni secondarie nel corso dalla produzione di altri organoclorurati come alcuni solventi; - le attività industriali contribuiscono all'immissione nelle acque dei composti prodotti intenzionalmente e di molti altri che si formano come reazioni accessorie o per degradazione del prodotto di partenza. Attualmente vengono prodotti circa 100.000 composti chimici di sintesi ma circa due terzi delle molecole messe in evidenza dagli strumenti utilizzati per l'analisi delle acque reflue di produzione rimangono sconosciuti e continuamente vengono evidenziati nuove strutture chimiche relative a composti prima ignoti; - sia le attività artigianali che quelle industriali possono provocare la contaminazione dei corpi idrici direttamente attraverso gli scarichi di acqua reflue e indirettamente attraverso la emissioni in atmosfera. A questa categoria appartengono i composti organoalogenati, prevalentemente composti organici a base di cloro, utilizzati come solventi, materie prime per plastiche, insetticidi, erbicidi, conservanti, reagenti chimici, detergenti, refrigeranti, propellenti, ignifughi e ossidanti. Solo per citare i più conosciuti, il DDT, i PCB, la dieldrina, il pentaclorofenolo, gli acidi dicloro e triclorofenossiacetici, il percloroetilene, usato soprattutto nel lavaggio a seco, il tricloroetilene; - composti ritenuti particolarmente tossici come le diossine e i furani sono organoclorurati nel corso delle produzioni in cui sono coinvolti cloro e composti organici a base di cloro o durante la combustione di materia organica in presenza di questo alogeno. Per la sua particolare capacità biocida a la sua resistenza nel tempo, il cloro, in forma gassosa o di ipoclorito, viene largamente impiegato per la potabilizzazione delle acque. La reazione con gli acidi organici disciolti nelle acque come fulvici ed umici, porta alla formazione di trialometani (cloroformio, bromoformio, clorodibromometano, e bromodiclorometano) alcuni dei quali cancerogeni; - composti come l'atrazina resistono molto bene alla degradazione tanto che il 95% circa del totale immesso nelle acque sotterranee ramane inalterato. Percloroetilene sversato nelle falde acquifere ha mostrato capacità di produrre tricloroetilene, dicloroetano, e cloruro di vinile, composto sicuramente cancerogeno; - gli elementi di traccia, tra cui i metalli pesanti come mercurio, cadmio, cromo e zinco, provengono prevalentemente da industrie chimiche a conciarie, mentre il piombo è immesso in ambiente prevalentemente a causa del traffico veicolare, anche altra composti quali diossine e furani, idrocarburi policiclici aromatici e benzene.

CONSEGUENZE AMBIENTALI
Oltre al problema per la salute pubblica, l'inquinamento delle acque determina una alterazione ambientale che ha ripercussioni a vario livello negli habitat. Gli organismi viventi dei corsi d'acqua superficiali possono soffrire di intossicazioni acute per esposizione ad alte concentrazioni di composti inquinanti per breve periodo, o riportare danni fisiologici per esposizioni croniche a dosi non letali. A seconda della loro natura chimica i composti si concentrano in organi preferenziali dove svolgono la loro azione tossica. Il mercurio e molti elementi in traccia, ad esempio si accumulano nel fegato e nei reni, mentre i composti organoclorurati sono liposolubili e tendono a concentrarsi nel grasso. Le conseguenze per gli organismi acquatici comprendono formazione di neoplasie, teratogenesi, alterazione del sistema produttivo, endocrino ed immunitario.

I RISCHI PRINCIPALI PER LA SALUTE
 Inquinamento microbiologico Nel caso di assunzione di acque non depurate contenenti elevate cariche batteriche o agenti patogeni si possono innescare fenomeni di contaminazione anche a livello epidermico di salmonellosi, colera, tifo e febbre tifoide o, nel caso di esposizioni più contenute si possono registrare patologie gastrointestinali. Si stime che nel mondo circa 3 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni muoiono di dissenteria a che circa uno su tre dei abitanti del pianeta, pari a 1,8 miliardi di persone contraggono malattie gastroenteriche a seguito del consumo di acqua contaminata. Purtroppo, oltre a generare microinquinanti per reazioni secondarie, i trattamenti con cloro non sempre sono efficaci a ridurre la carica microbiologica. Nitrati e nitriti L'assunzione di acqua contaminata da scarichi agricoli o emunta in aree rurali dove è massiccio l'uso agricolo di nitrati o di altri composti azotati, rappresenta la principale via d'esposizione dei bambini a questi composti. Circa il 95% dei nitrati ingeriti viene escreto senza provocare danni fisiologici, mentre il rimanente 5% viene trasformato in nitrosammine, composti ritenuti cancerogeni dell'apparato gastrico. I bambini al di sotto dei sei mesi di vita sono i soggetti più vulnerabili sia per la ridotta acidità gastrica, che favorisce la trasformazione dei nitrati in nitriti, sia per la carenza di attività enzimatica in grado di contrastare la formazione di metaemoglobina. Nel caso di insorgenza di metaemoglobinemia , nota anche come sindrome del bambino blu, si possono osservare patologie neurologiche dovute alle scarsa ossigenazione del cervello. Microinquinanti organici ed elementi in traccia Le conseguenze per la salute umana dipendono dai composti che rappresentano il carico inquinante e della loro concentrazione. I trialometani sono responsabili dell'aumento di aborti spontanei. Le gestanti che avevano assunto dosi maggiori di inquinanti hanno mostrato un tasso di incidenza di aborto spontaneo pari al 15,7% rispetto al 9,1 registrato nel controllo. I trialometani sono sospetti di essere corresponsabili dell'aumento delle incidenze tumorali a carico dell'apparato urogenitale soprattutto maschile che interessa la maggior parte delle popolazione dei paesi industrializzati. Nel 1991 si stima che circa 3.300.000 persone in Italia erano esposte ad acque con livelli di organoalogenati superiori a quelli entrati in vigore lo stesso anno.

COSA SI PUO' FARE PER RIDURRE I RISCHI DERIVANTI DALLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE
Non è facile poter individuare delle azioni di tutela per un bene servito da terzi. Alcune delle cose concrete:
 - Informarsi sulla qualità dell'acqua servita nei luoghi di residenza e di lavoro, chiedendo specifiche informazioni alle autorità  sanitarie;
- Non far uso di acque attinte da corsi d'acqua superficiali ad alto carico inquinante in quanto i processi depurativi non sono quasi mai sufficientemente
  efficaci ad abbattere interamente la presenza di molti microinquinanti tossici;
- Per le aree nelle quali le acque fornite in rete possono essere interessate da inquinamento microbiologico (captate in vicinanza
  sotto discariche, allevamenti di grandi dimensioni, aree ad intensa attività agricola o scarichi urbani) fare l'ebollizione prima
  dell'uso. Questo è anche l'unico modo per abbattere la carica dei batteri resistenti all'azione del cloro;
- In aree dove è d'uso rifornirsi da pozzi artesiani chiedere l'esecuzione periodica di analisi chimiche per verificare lo stato di
  contaminazione delle acque;
- Per chi fa uso di acque imbottigliate consigliare l'uso di bottiglie di vetro che presentano maggiore stabilità rispetto a quelle di
  plastica.

E2 - Inquinamento degli alimenti
Gli alimenti sono soggetti alle stesse fonti di contaminazione delle acque. A differenza delle acque , molti alimenti, soprattutto quelli di origine animale, sono in grado di accumulare maggiore quantitativi di composti tossici persistenti. Le possibili fonti di contaminazione e tipi di inquinanti presenti negli alimenti:
 - L'approvvigionamento alimentare da aree contaminate da scarichi idrici ed interessate dalla ricaduta degli inquinanti
    atmosferici;
- L'utilizzo di composti chimici in agricoltura per i prodotti ortofrutticoli;
- L'uso di mangimi contenenti additivi negli allevamenti intensivi, è causa diretta della contaminazione di carne, latte e uova;
- Per l'inquinamento microbiologico, va segnalato l'incremento di presenza di salmonelle negli alimenti ed il rischio per la
  presenza di batteri ciliformi, la causa prevalente è da ricondursi alle modalità da allevamento e di macellazione di specie
  avicole per la salmonella e di carne bovina e suina per i coli. Il virus della epatite A può ritrovarsi facilmente in prodotti ittici,
  soprattutto sessile e stanziali, prelevati in zona di confluenza di scarichi fognari;
- La presenza di elementi in traccia (molto spesso riportati come metalli pesanti), il consumo dei prodotti ittici può rappresentare
  un'importante forma di veicolazione per l'uomo. Il mercurio, ad esempio, entra nell'organismo umano prevalentemente
  attraverso il consumo di pesce contaminato prelevato in aree dove insistono scarichi industriali o dove il livello del fondo di
  questo metallo è naturalmente elevato. Nel mediterraneo, la presenza di numerosi giacimenti di cinabro porta al dilavamento di
  consistenti quantitativi di mercurio, ma particolarmente significativo è il rilascio da impianti da produzione di cloro. Il mercurio
  svolge la sua azione tossica prevalentemente nella forma organica (metil e dimetil mercurio) a cui giunge per azione dei batteri
  presente nelle acque e sui fondali;
- Altri elementi di traccia di interesse sanitario sono il cromo, il cadmio, lo zinco ed il piombo, questi metalli abbondano nei
  prodotto ittici, mentre il cadmio è considerato un inquinante preferenziale di equini ed ungulati;
- Molti degli inquinanti più tristemente famosi come il DDT ed i sui prodotti di degradazione (DDD e DDE), i PCB, le diossine e i
  furani, l'esaclorobenzene (HCB),il pentaclorofenolo, il bisfenol-A giungono fino all'uomo a seguito del consumo di organismi
  viventi contaminati dal continuo scarico di inquinanti nelle acque e nell'aria;
- Nel corso della preparazione alimentare, possono venire aggiunti additivi alimentari in forma di acidificanti, antiossidanti,
  addensanti, coloranti e conservanti, molti dei quali hanno proprietà tossiche;
- I contenitori alimentari, come le pellicole in PVC, possono rilasciare sia i composti di base per la loro produzione che gli
  additivi aggiunti per conferire caratteristiche commerciali quali ad esempio l'elasticità e la trasparenza;
- Tossine possono formarsi per lo sviluppo di microrganismi nel corso della conservazione degli alimenti in condizioni non
   idonee;
- Per l'inquinamento radioattivo, in Italia l'assenza di centrali nucleari attive riduce il rischio di contaminazione, anche se incidenti
   rilevanti come quello occorso alla centrale nucleare di Chernobyl possono avere un impatto negativo anche sugli alimenti usati
   nel nostro paese. Inoltre, il materiale radioattivo utilizzato per scopi terapeutici e per la ricerca, può determinare situazioni di
   rischio localizzate, se non correttamente smaltito.

Qual è il rischio ambientale derivante dalla contaminazione alimentare.
 Per  decenni la ricerca sulla tossicità dei composti chimici si è focalizzata sulla possibilità di indurre neoplasie o, al più, sulla   capacità di interferire con il corretto sviluppo del feto o sul DNA. Oggi si pensa che uno degli effetti più insidiosi derivanti dalla   contaminazione da microinquinanti, sia la capacità di alcuni di loro di interferire con il sistema endocrino favorendo l'insorgenza di alcune patologie a carico di altri apparati come quello riproduttivo ed il sistema immunitario.Alterazioni significative a carico del sistema riproduttivo sono state individuate in molte specie di mammiferi marini e terrestri con casi di pseudoermafroditismo e criptorchidismo, in rettili con casi di riduzione delle dimensione dell'organo copulatore e conseguente fallimento riproduttivo; L'inquinamento di tipo microbiologico può portare a delle patologie in tempi più o meno rapidi e può anche comportare seri rischi per la salute. Nonostante le norme sanitarie siano molto più restrittive oggi che qualche decennio fa, alcune malattie di origine alimentare sono in crescita. I possibili danni alla salute umana La presenza di salmonelle tra la popolazione, ad esempio, è in netta crescita in tutti i paesi industrializzati con una incidenza media che è più che raddoppiata  tra il 1985 e il 1991. Un altro agente patogeno insidioso è l'Escherichia coli, trasmesso prevalentemente attraverso la carni sporche di feci e non ben cotte. I n termini di importanza epidemiologica, i casi di contaminazione da stafilococco risultano al secondo posto dopo la salmonellosi. La contaminazione avviene prevalentemente per il contatto degli alimenti con i batteri portati dagli addetti alla loro preparazione, evento molto probabile dato che si stima la presenza del patogeno in circa la metà della popolazione complessiva ed in varie parti del corpo. Diversamente dalla contaminazione microbiologica, quella chimica e radiologica può comportare rischi notevoli per la salute dalle popolazione mondiale. Oggi si stima , che oltre il 90% delle diossine e di altri microinquinanti assunti dall'uomo provenga dal consumo di alimenti contaminati, in prevalenza prodotti ittici e caseari. Molte patologie che potrebbero essere associate all'assunzione di composti tossici possono manifestarsi dopo decenni dall'esposizione, a differenza delle contaminazioni microbiologiche i cui sintomi si manifestano nell'arco di un breve lasso di tempo e il fattore scatenante è facilmente identificabile. Nel 1997 lo IARC di Lione ha collocato la diossina di Seveso (TCDD) tra i composti sicuramente cancerogeni per l'uomo ( tab. 5). Le Preoccupazioni maggiore oggi riguardano il possibile ruolo esercitato dai microinquinanti nell'alterazione di funzioni fisiologiche importanti in età prenatale quando l'organismo è particolarmente sensibile agli stimoli ormonali o dei composti assunti dall'esterno che vengono riconosciuti come i messaggeri chimici endogeni. Da cui emerge che gli inquinanti come le diossine possono essere attive anche a concentrazioni di molto inferiori a quelle che si ritengono pericolose per l'attività neoplastica e che alcune alterazioni a carico del sistema cognitivo, riproduttivo o immunitario possono intervenire già a livelli corporei riscontrati nella popolazione dei paesi industrializzati. Alterazioni della capacità di apprendimento sono stati associati ad elevati contenuti corporei di PCB nei Inuit dell'Alaska, per i quali i mammiferi marini costituiscono un importante fonte alimentari. I decessi per il tumore alla mammella, promosso anche dagli ormoni sessuali femminili, sono in netta crescita tra la popolazione umana nonostante siano migliorate sia la diagnosi precoce che i trattamenti chirurgici e profilattici. Negli individui di sesso maschile delle popolazione dei paesi industrializzati, gli spermatozoi presente nel liquido seminale si sarebbero ridotti di circa il 50% nell'ultimo mezzo secolo con un declino medio dell'1% annuo, che sarebbe già oggi arrivato a circa il 2% secondo alcuni ricercatori francesi. Ancora oggi i limite di legge circa la presenza di microinquinanti si basa sui livelli ritenuti accettabili per ciascun composto ignorando il fatto che il nostro organismo immette ogni giorno un cocktail di inquinanti che possono svolgere tra di loro funzioni antagonistiche, additive o addirittura sinergistiche. Cosa si può fare per ridurre i rischi di contaminazione alimentare? La contaminazione chimica è un fenomeno che difficilmente può essere affrontato dai singoli ma che richiede un intervento coordinato su grande scala attraverso l'applicazione dei principi sanciti in numerose convenzioni internazionali. Il programma europeo per la definizione dei nuovi limiti di sicurezza per una lista prioritaria di circa 100 tra i composti chimici maggiormente pericolosi, non ha ancora portato alla definizione di misure restrittive. Se si pensa che i composti di sintesi sono oltre 100.000, è facile intuire come un approccio basato sulla valutazione dei singoli composti difficilmente potrà scaturire in un'efficace azione preventiva. Anche in questo caso, le indicazioni possono essere prevalentemente di indirizzo verso comportamenti alimentari in grado di ridurre il rischio.
- Utilizzare vegetali di provenienza certa e, se possibili, non prodotti con l'utilizzo di composti chimici;
- Togliere la parte esterna delle verdure e lavarle bene soprattutto se usate crude;
- Sbucciare la frutta dopo averla lavata;
- Per i prodotti confezionati, leggere la composizione ed evitare, per quanto possibile, quelli che contengono additivi chimici per
  migliorare le qualità organolettiche, la colorazione e la conservazione;
- Rispettare le date di scadenza e le modalità di conservazione indicate sulla confezione;
- Cuocere bene le carni;
- Lavare le uova prima di romperne il guscio.

E3 - Organismi transgenici 
Gli organismi risultanti dalla manipolazione genetica sono definiti transgenici. L'organismo geneticamente modificato (OGM nella sigla italiana, GMO in quella inglese) è un organismo biologico che nasce incrociando gene di diverse specie, da cui la parola transgenico. Attraverso questa tecnica è possibile creare in laboratorio degli organismi in cui possono essere inseriti frammenti di DNA proveniente da un donatore appartenente a qualsiasi specie, genere, famiglia, phyla o addirittura regno. Ciò significa che frammenti di DNA di origine animale possono essere inseriti nel patrimonio ereditario di vegetali, virus, batteri e viceversa.Grazia a questa tecnica è stato possibile produrre insulina a livello industriale sfruttando la velocità riproduttiva dei batteri in cui era stata inserita la sequenza genetica di DNA umano che codifica per la produzione dell'ormone. Dopo le applicazioni farmaceutiche, l'ingegneria genetica ha trovato un suo spazio nell'industria agroalimentare. Oggi è possibile incrociare gene della fragola con quelli del pesce per permettere, ad esempio, alla fragola di crescere anche con clima rigido; Nell'ultimo decennio, le più grandi multinazionali sementiere e chimiche hanno fatto cospicui investimenti per la produzione di piante transgeniche utilizzando materiale genetico proveniente da altre specie vegetali o animali al fine di conferire caratteristiche particolari alle piante di interesse commerciale, le piante transgeniche sono state create con l'intento di modificare le naturali caratteristiche della specie per adattarle a diverse necessità commerciali. Cerca il 70% delle specie transgeniche è stato creato per resistere agli erbicidi, ed in particolare ciascuna azienda agrochimica ha prodotto varietà resistente al proprio erbicida. Secondo le produttrici di sementi transgeniche, la resistenza agli erbicidi permetterebbe di controllare meglio l'uso di questi composti. Il trattamento delle colture tradizionali, infatti, deve essere fatto prima che le colture crescano e non essere ripetuto nel corso della coltivazione in quanto sarebbe letale anche per le specie coltivate. Al contrario, in presenza di piante resistenti all'azione biocida del prodotto, il trattamenti possono essere fatti in qualsiasi momento e solo in presenza di attacco di piante infestanti. Un'altra caratteristica indotta e quella di autoproduzione di biocidi che possano preservare la pianta dall'attacco di parassiti interni. Questa caratteristica viene indotta introducendo nel DNA della varietà coltivata una sequenza genetica di un batterio presente in natura, il Bacillus thurigiensis, che in fase di sviluppo produce un'appendice cristallina con potere insetticida. Le piante così modificate sono chiamate "piante Bt" e sono in grado di produrre, nel corso dello sviluppo vitale e limitatamente ad alcuni tessuti, la tossina batterica. La creazione di organismi transgenici ha consentito di aggirare i meccanismi che in natura non permettono la procreazione tra individui appartenenti a specie diverse. Ne consegue che gli organismi transgenici sono dei veri e propri alieni che non hanno subito il viaggio della selezione naturale a cui sono state sottoposte invece tutte le altre forme di vita sulla terra. Quali sono i rischi ambientali causati dall'uso di piante transgenici? Uno dei problemi ambientali immediati è dato dalla possibilità che le caratteristiche indotte possano passare ad organismi non manipolati. Ricerche recenti hanno dimostrato che colture di mais transgenico possono inquinare le coltivazioni tradizionali adiacenti per impollinazione anemofila. Quando ciò accade nelle aree di origine delle specie coltivate, si possono perdere l'assetto ereditario originario e si possono creare delle specie infestanti che acquisiscono le caratteristiche indotte nelle specie transgeniche. Ne consegue che per ottenere un effetto disinfestante si dovrebbero aumentare le quantità o si dovrebbe far ricorso a prodotti più potenti e quindi più tossici. In generale ,si possono mettere in pericolo alcune specie selvatiche causando un impoverimento dalla biodiversità e quindi in un maggior rischio di epidemie, la biodiversità rappresenta un indispensabile serbatoio genetico per il mantenimento della vita sulla terra; Ci sia un danno ad insetti non bersaglio (vedi il polline del mais BT146 che uccide la farfalla Monarca in Canada); l'introduzione di più raccolti possa avere un impatto grave sugli insetti e sugli uccelli. Il problema più grande nella gestione degli organismi transgenici in agricoltura è la possibilità di intervento per evitarne la diffusione nel caso in cui dovessero insorgere problemi dal momento che si tratta di organismi viventi ed in grado di riprodursi senza il bisogno dell'intervento dell'uomo. Quali sono i possibili danni alla salute derivante dall'uso di alimenti transgenici? L'ingestione di proteine codificate dalle sequenze genetiche introdotte nelle piante e provenienti da organismi di cui l'uomo generalmente non si nutre come insetti, piante ornamentali, aracnidi, batteri o virus. In questo contesto non è possibile escludere reazioni allergiche in soggetti predisposti o in più ampie porzioni della popolazione. Molte varietà di piante Bt, come il mais della Novartis, conservano nel proprio corredo cromosomico una coda che codifica per la resistenza ad antibiotici come l'ampicillina o la tetraciclina, retaggio delle tecniche di selezione dei ceppi transgenici e che nella pianta commerciale non hanno più alcuna funzione. Secondo i ricercatori, è possibile che questa caratteristica possa essere trasmessa alla flora batterica gastrica degli animali, uomo compreso, che si nutrano di questi prodotti rendendoli immuni all'azione di questi antibiotici. Inoltre se le piante resistenti ai pesticidi vengono trattate con i composti chimici poco prima del raccolto, il principio attivo residuo nel prodotto può raggiungere concentrazioni molto superiori a quelli delle coltivazioni tradizionali. Questo è il motivo per cui nei paesi in cui sono state autorizzate le coltivazioni commerciali di piante transgeniche è stato innalzato il limite di concentrazione dell'erbicida a cui la varietà è resistente, portandolo a valori fino a 200 volte superiori ai limiti precedentemente in vigore. Effetti sul bilancio nutrizionale: le modificazioni genetiche possono cambiare la composizione finale dell'alimento stesso variando pertanto l'apporto dei nutrienti assunti con la dieta, con la possibilità di formazione di sconosciuti antinutrienti e tossine naturali; sicurezza degli alimenti in termini tossicologici: sfortunatamente i ricercatori non sono in grado di predire gli effetti biochimici o tossicologici di un OGM, poiché in esso la relazione tra genetica, composizione chimica e rischio tossicologico è ancora sconosciuta. Cosa possiamo fare per ridurre il rischio derivante dall'uso di alimenti transgenici ? Molte delle specie manipolate sono di estremo interesse alimentare. Basti pensare che la soia o suoi derivati, è presente nel 60% degli alimenti in forma di acidi grassi, emulsionanti o lecitina, mentre il mais figura, direttamente o indirettamente, nel 50% dei prodotti alimentari. L'aumento delle informazioni scientifiche sui possibili rischi derivanti dalla coltivazione e l'uso di piante transgeniche ha portato ala restrizione nella coltivazione di alcune specie in molti paesi europei, come Australia, Francia, Lussemburgo e GB, mentre recentemente è stata approvata una moratoria di fatto alla concessione di ulteriori permessi per i nuovi brevetti in tutt'Europa. In Italia è in vigore una legge che vieta l'uso di piante transgeniche nella preparazione di alimenti per l'infanzia. Il consumatore quindi può solo decidere se utilizzare o meno cibi transgenici e, nel caso li volesse evitare, può fare affidamento solo sull'etichetta presente sulla confezioni. La normativa europea a tal riguardo prevede l'obbligo di etichettatura solo se il prodotto contiene il DNA (ad esempio la farina di mais o di soia), mentre non è obbligatoria per i derivati (ad esempio lecitina di soia o amido di mais). Recentemente, la montante opposizione della pubblica opinione all'uso di questi alimenti transgenici ha indotto ad alcune catene di produzione e distribuzione di alimenti ad avviare programmi per l'etichettatura in positivo che indicherà l'assenza di organismi transgenici o di derivati lungo tutta la filiera produttiva. Le più grandi organizzazioni di agricoltori biologici in tutto il mondo hanno rifiutato l'utilizzo di piante transgeniche e ne garantiscono l'assenza attraverso i loro organismi di certificazione. virgin hair extensions